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Quel bollito che nasce da Galileo!

A Padova nelle case, quando c’era la possibilità di mangiare carne, si privilegiava la corte, cioè gli animali che crescevano vicino a casa. Si tratta di gallo o di cappone, ma anche di tacchino, faraona, anatra, oca. Senza dimenticare il pollastro, la gallina, ma anche il coniglio e il piccione o, meglio, il torresano». Nel periodo che precede il Natale è d’obbligo nelle case e nei ristoranti padovani proporre il bollito, un pranzo o una cena con i tagli delle carni come gallina, manzo, testina di vitello, lingua salmistrata, gambuccio del prosciutto. C’è chi aggiunge altre carni come anatra, faraona, oca, cappone, piedini di maiale. Il «Gran bollito alla padovana» originale è firmato nientemento che da Galileo Galilei, di cui ci è stata tramandata la lista della spesa scritta in occasione di una visita da un «beccaio» (macellaio) nel gennaio 1605. Galileo, scienziato moderno che visse e insegnò a Padova per quasi vent’anni, era un grandissimo buongustaio e la carne era uno dei suoi piatti preferiti. Oggi, se fosse vivo, sarebbe spesso seduto a un tavolo del ristorante Da Giovanni, famoso per i bolliti.

Estratto dall’articolo del Corriere di Verona – 26 Oct 2021 – Di Antonino Padovese

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